Io che miro il Tondo - Don Backy
Recensione di Cecilia Ciaschi
Ho letto "Io che miro il Tondo" e sono rimasta folgorata!
Mi è piaciuto tutto di questo libro: la trama, i personaggi, il modo di
scrivere: tutto è
davvero originale ed avanti anni luce.
La storia, stravagante e visionaria: il finto galeone dove svariati
personaggi pittoreschi
partono da Santa Cruz (Santa Croce Sull'Arno) per improbabili o
probabili missioni
verso luoghi avventurosi ed immaginari.
Le serate estive passate in altrettanti variopinti locali, con contorno
di pirati, musicisti
e malavitosi sui generis.
Mi piace tantissimo il suo modo di scrivere: i verbi inventati da lui, (
un po' come fa la mi'
mamma, a detta del mio uomo) le parole artefatte....il suo incedere nel
portare avanti
l'azione veloce e frizzante.
E' uno stile giovanile, visionario e coraggioso, libero e al di fuori di
ogni clichè:
non si può paragonare a nessuno, perchè nessuno ha mai avuto un'idea
così.
Questo romanzo pone Don Backy come grande romanziere europeo; noi lo
conosciamo prevalentemente come cantante, musicista e compositore, ma
vale la pena
leggere questo suo libro per entrare davvero in un mondo magico ed
incantevole,
una storia senza tempo ( a tratti mi ha ricordato le strampalate storie
di Pippi Calzelunghe),
dove tuttavia l'autore non rinuncia con il suo fine umorismo mai becero
( come succede a tanti
toscani...) e mai scontato a raggiungere l'animo in profondità.
Si percepisce a tratti anche il suo vissuto: tutte le cose che gli
succedevano in bene e in male
durante quegli anni, splendori ed oscurità che convergono in una
continua avventura
e in continue emozioni.
Il tutto ci pone anche a svariate riflessioni: sulla vita, su un certo
mondo dorato e patinato,
dove lui è entrato, sugli umani ed i loro imprevedibili comportamenti.
Da quanto è bello, penso proprio che me lo rileggerò, non fosse che per
ridere di quei termini
non-sense che lui adopera, i verbi coniati da lui, i controsensi
demenziali e gli incredibili
giochi di parole!
Una boccata d'aria fresca in mezzo al prevedibile e al consueto.
Io non ho trovato "confusione" come hanno espresso alcune
recensioni....anzi mi ci sono
trovata da subito in sintonia.
Ci si potrebbe fare anche un film in stile Tarantino o meglio ancora in
stile Gabriele Mainetti.
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